Era la figlia primogenita del commerciante Pompeo Abba e di Giuseppina Trabucchi, sorella maggiore di Cele. Musa ispiratrice del grande scrittore e drammaturgo Luigi Pirandello, fu una delle più grandi interpreti del Novecento.
Marta Abba |
Dopo aver studiato recitazione presso l'Accademia dei Filodrammatici esordì nel 1922 nel dramma Il gabbiano di Anton Pavlovic Cechov diretta da Virgilio Talli. Si fece immediatamente notare come attrice impetuosa e passionale, dalla recitazione istintuale ed esuberante. Nel 1925 avvenne la svolta decisiva della carriera: Luigi Pirandello, dopo avere letto una critica di Marco Praga che ne esaltava le qualità sceniche, la scritturò immediatamente come prima attrice del suo Teatro d'Arte di Roma e del drammaturgo siciliano divenne l'interprete fedele e la musa ispiratrice, dedicandosi esclusivamente ai suoi lavori drammatici, come Diana e la Tuda, L'amica delle mogli, Trovarsi e Come tu mi vuoi, a lei dedicati.
Marta Abba sulla copertina di il Dramma |
È vero, ad ogni modo, che la loro collaborazione ha fruttato pagine memorabili alla storia del teatro Italiano.L'esperienza con il Teatro d'Arte durò fino all'estate del 1928. Dalla stagione 1928-1929 formò una propria compagnia, con un repertorio allargato anche a George Bernard Shaw, Gabriele d'Annunzio e Carlo Goldoni, sotto la direzione di prestigiosi registi teatrali come Max Reinhardt e Guido Salvini; in ogni caso la critica l'acclamò sempre come la massima interprete del teatro pirandelliano.
Effettuò fortunate tournée all'estero e due anni dopo la morte di Pirandello, nel gennaio del 1938, sposò negli Stati Uniti un industriale della potente famiglia Millikin e si stabilì a Cleveland fino al 1952, anno della separazione e del conseguente divorzio.
Al suo ritorno in Italia riprese a calcare le scene, ma solo saltuariamente. Già nella metà degli anni cinquanta la sua carriera sul palcoscenico poteva considerarsi finita.
Marta Abba in compagnia di Luigi Pirandello |
Ammalatasi gravemente di paralisi e ridotta sulla sedia a rotelle, Marta Abba passò gran parte del suo ultimo tempo a San Pellegrino Terme per curarsi, completamente lontana dal mondo dello spettacolo. Si spense nella sua città natale il giorno prima di compiere 88 anni.
Pubblicò una sua autobiografia dal titolo La mia vita di attrice.
La radio:
Martedì 21 febbraio 1933, la Abba debuttò davanti ad un microfono della radiofonia EIAR, alle ore 13,15 da Radio Roma, con un breve programma di prosa: la notizia venne ampiamente riportata dal Radiocorriere della settimana. Negli anni successivi l'attrice prenderà parte ad altre trasmissioni di radiodrammi e commedie.
Attività cinematografica:
Col grande schermo non ebbe una frequentazione altrettanto importante; fu protagonista in due soli film nel biennio 1933-1934, peraltro dignitosi, diretti da Alessandro Blasetti e Guido Brignone. Una curiosità: Il caso Haller, del 1933, è l'unico film nel quale Marta recitò insieme alla sorella Cele, che aveva voluto a tutti costi insieme a lei anche sui palcoscenici teatrali dal 1927.
La radio:
*1933:-Il caso Haller, regia di Alessandro Blasetti.
*1934:-Teresa Confalonieri, regia di Guido Brignone.
Bibliografia:
Caro maestro... lettere a Luigi Pirandello (1926-1936), edizioni Mursia (1994). contiene le lettere scritte da Marta Abba al commediografo
Lettere di Luigi Pirandello a Marta Abba, edizione Arnoldo Mondadori Editore, collana I Meridiani (1995) contiene le lettere scritte da Luigi Pirandello all'attrice.
Nessun commento:
Posta un commento